martedì 21 febbraio 2012

SVIZERRA - Tutto è uguale, tutto è diverso. Escono in tedesco 2 romanzi del keniano Ngugi wa Thiong'o.


Neue Zürcher Zeitung / 18.feb.2012 / di Angela Schader

Escono in tedesco due romanzi del keniano Ngugi wa Thiong'o. E dei bei sogni del Kenia in questi libri rimane poco. Il suo ultimo, voluminoso romanzo, è una satira amara sul culto del potere e la corruzione.
Ci fu grande agitazione, quando nell’ottobre 2010, quest’autore keniano all’improvviso figurò nella lista dei bestseller di Ladbrokes, annunciatrici dei premi Nobel per la letteratura. Per anni come possibile vincitore africano, si è parlato del somalo Nuruddin Farah, dato che per Chinua Achebe, anzianissimo doge del romanzo africano, ci sono oramai poche speranze. L’apparire del nome di Ngugi wa Thiong'o in suddetta lista, potrebbe infatti aver indotto l’editore Peter Hammer a fare questa nuova edizione di “Petals of blood” del 1977, come la casa editrice A1, a proporre “Il signore dei corvi” in tedesco.
Ngugi wa Thiong'o è nato nel 1938 a Kamiriithu nel distretto centrale keniano di Kiambu. Suo padre perse le proprietà in base all’ British Imperial Act del 1915 e si dette all’alcool, costringendo la madre ad abbandonarlo per i maltrattamenti subiti. La presenza di questa donna si iscriverà nell’opera di Ngugi quanto lo spirito del movimento per l‘indipendenza assorbito a scuola e il fuoco rivoluzionario respirato nella cerchia del fratello maggiore. Mentre lo scettiscismo lo vaccinerà invece da giovane, per le esperienze ambivalenti vissute durante la guerra d’indipendenza del Kenia, degenerato a una guerra tra fratelli, tra i guerriglieri Mau-Mau e i nativi “home guards” affiliati al governo coloniale britannico.
Ngugi pubblicò il suo primo libro in inglese e con il nome cristiano di James; alla fine degli anni ‘70 iniziò a redigere i suoi pezzi per il teatro e romanzi in lingua Kikuyu, per avvicinarsi al pubblico locale. Il che gli valse prigionia e l’esilio.
In „Petals of blood“, affreschi di un passato africano idillico, postulano l’innocenza africana per il presente postcoloniale; ma il romanzo, ambientato nei primi anni dell’indipendenza, documenta contemporaneamente una coscienza impietosa per il fallimento della nuova élite nera, che non risparmia il protagonista del romanzo. 
[si ringrazia Susanne Portmann per il sunto dell'articolo]