Al Jazeera
09.22.2012
Marikana: La politica della legge e dell'ordine nel post-apartheid in Sud Africa;
l'occupazione coloniale e le strage non sono mai stati lontani nella storia, scrive Pillay.
di Suren Pillay, ricercatore Senior e Direttore presso il Centro di Humanities Research, University of the Western Cape, Sud Africa. Svolge attività di ricerca sulla violenza politica, il diritto e la cittadinanza.
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Molti di noi stanno cercando di dare un senso al massacro di Marikana attraverso le evidenti condizioni disastrose economiche, i tassi salariali e di disuguaglianza che questi lavoratori devono affrontare. Dobbiamo però anche cercare di dare un senso attraverso i lignaggi di legge, l'ordine e le nuove configurazioni della politica che emergono nella fase di post-apartheid in Sud Africa.
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La violenza del moderno Sud Africa, anche nelle sue forme politiche o criminali e del modo in cui viene risposto, rivela gli effetti di uno Stato post-apartheid sempre più affidato sulla legge, l'ordine e l'amministrazione, e meno sulla guida anti-coloniale e l'idealismo democratico come visione fondante la politica e la morale.
Qualche anno fa, quando stavo facendo delle ricerche sulla violenza criminale a Consiglio per le Ricerce sulle Scienze Umane, abbiamo deciso di visitare Bogotà in Colombia per conoscere meglio le politiche innovative che due sindaci successivi introdotti là, che sembravano avere efficace e risultati drammatici nel ridurre il tasso di criminalità.
Durante il viaggio, abbiamo visitato anche San Paolo e Rio in Brasile. A Bogotà, abbiamo incontrato l'ex sindaco, Antanas Mockus, e imparato a conoscere un approccio che usa meno la forza e meno la punizione.
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